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La vendita del tribunale di Potenza, un danno per le casse dello Stato



Tribunale di Potenza
In un momento di particolare crisi economica ha senso vendere un bene per fare cassa, e poi pagare il fitto a vita a chi lo ha acquistato ?

In sintesi è quello che è successo con la vendita, da parte del Comune di Potenza, del Tribunale.

Pur riconoscendo l'apparente "convenienza economica" da parte del Comune di Potenza, che oltre ad incassare i soldi della vendita, incasserà anche negli anni anche l'ICI-IMU, non si può non considerare il danno per la collettività, visto che poi il fitto sarà pagato con le tasse dei cittadini.

Eppure perfino il Governo Monti ha più volte annunciato che bisogna limitare quanto più possibile il fitto delle strutture pubbliche, utilizzando i tanti immobili pubblici, talvolta perfino inutilizzati, ed anche a Potenza molti sono gli esempi, ad iniziare dalla Caserma di Rione Santa Maria.

Di certo è solo l'ottimo affare fatto da chi ha acquistato, infatti, ha comprato un bene, con la garanzia di fittarlo poi a vita allo Stato, e non ci vuole un economista per comprendere come nel giro di pochi anni, ci sarà il rientro dell'investimento iniziale, per poi trasformarsi in un bancomat sicuro che ogni mese garantirà un guadagno.

Possibile che il Comune di Potenza non abbia fatto questa considerazione ? possibile che non era preferibile la vendita all'Amministrazione centrale dello Stato, ad esempio al Ministero di Grazia e Giustizia ? possibile che non vi erano altre strade da seguire ?

Visto l'ottimo affare, invece, di privilegiare la finanziaria di turno, non sarebbe stato preferibile, attesa l'esigenza di fare cassa, da parte del Comune di Potenza, avviare una sottoscrizione popolare di cittadini potentini, ma evidentemente è chiedere troppo alla classe politica che ha partorito questo affare.

Il Sindaco di Potenza si è premurato di comunicare che tutte le procedure sono state della massima trasparenza, e ci mancherebbe altro, il problema non è l'iter amministrativo, ma il danno economico che questa vendita, taluni ipotizzano anche una svendita, visto l'affare sicuro, produrrà nel tempo.

Oppure dobbiamo pensare che il Comune di Potenza non sia un braccio terminale dello Stato, ma un entità a parte, che, oltre a non preoccuparsi di agevolare i suoi cittadini, non si preoccupa minimamente di aggravare il bilancio dello Stato, in quanto si vende un bene di proprietà, per poi pagare il fitto a vita.

Ho quasi l'impressione, che il principio alla base di questa operazione, sia lo stesso che ha generato, negli anni passati, il proliferare dei derivati, pur di far cassa si sposta sulle generazioni future il debito, avendo nel mentre la disponibilità anche di risorse finanziarie, magari da poter utilizzare nel proprio mandato elettorale.

La tristezza è che tutto questo è avvenuto nella totale indifferenza delle forze politiche e civili locali, irrilevanti qualche comunicato stampa di contrarietà sull'operazione già effettuata, un metodo inutile, spesso abusato, utilizzato, tra l'altro, più per far sentire la propria presenza, che per proporre una soluzione alternativa al problema e, soprattutto, prima che la montagna generi il topolino...

Patrizio Pinnaro'

Libero professionista, esperto Google certificato dalla Google Web Academy come Online Professionals, consulente dello sportello regionale per l'internazionalizzazione - Sprint Basilicata, segretario ufficio diocesano pastorale del turismo - Arcidiocesi di Potenza.

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