Lontani i tempi in cui era tutto rose e fiori fra i soci fondatori del Popolo Della Libertà (Berlusconi e Fini), se mai ci sono stati, ma almeno non c'erano segnali pubblici di dissenso.
Certo i problemi ci sono sempre stati, soprattutto nei terminali periferici del partito, dove la "vicinanza" amplificava le differenze, ma oggi sembra essere arrivata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
E questa goccia è rappresentata dalla richiesta avanzata da Bossi di avere il prossimo Presidente del Consiglio, il che significa che i "sacrifici" fatti da Fini & co. sono svaniti, visto che oramai, è la Lega, con la sua mole di voti, a dettare l'agenda di governo.
Questo il vero nodo, fintanto che Fini aveva la speranza, con l'elezione di Silvio Berlusconi a Presidente della Repubblica, di diventare Presidente del Consiglio, si poteva anche sopportare di essere l'alleato interno "minore", ovvero rappresentare quel famoso 30 % nella divisione degli incarichi, pur di raggiungere questo obiettivo, ma ora ?
Quale il futuro politico di Fini, visto che la Lega ha messo sul tavolo, senza tentennamenti, che vuole avere il Presidente del Consiglio, magari Giulio Tremonti, e allora che farà l'ex - leader di Alleanza Nazionale ? il Presidente del Senato ? di nuovo il Presidente della Camera ? o il Ministro alla stregua dei suoi generali, difficile ipotizzare altro.
Che si facciano o meno i gruppi parlamentari del "PDL Italia", ormai non ha più un reale significato, perchè il dado è tratto, c'è un malessere, frutto anche di quel poco dialogo, per non dire assenza, nel decidere le azioni politiche da portare avanti, le priorità del partito, rispetto a quelle degli alleati.
Non è concepibile, infatti, che siano privilegiati gli alleati, mentre il partito resta a guardare, dovrebbe essere il contrario, prima il partito, e le diverse anime, poi gli altri, ma è anche vero che i numeri parlano chiaro, quindi bisognava cercare di arginare prima il fenomeno della Lega e non cercare di ridimensionarlo dopo che lo hanno ottenuto.
Tutto questo, chiaramente, incide nella politica locale, dove già abbiamo assistito ad esempi, diciamo, non tanto felici di divisioni palesi, la consiliatura regionale della Basilicata appena trascorsa, infatti, vedeva due gruppi, forza italia verso il pd e alleanza nazionale verso il pdl.
In questo momento, dove a breve si insedieranno i nuovi consigli regionali, è da evitare che si ripetano gli stessi errori, anche perchè i "panni sporchi" si lavano a casa propria, quindi spero che venga creato un unico gruppo del Popolo Della Libertà, come sicuramente avverrà.
Tuttavia non è sbagliato il principio di reclamare una condivisione nelle scelte, di poter esprimere e spiegare le proprie ragioni, giuste o sbagliate che siano, sottrarsi al dialogo ed imporre le proprie scelte talvolta è anche necessario, ma bisogna anche saper ammettere, allorquando si fanno degli errori, la propria responsabilità.
Invece si ha la presunzione di trovare giustificazioni e di ritenere che il proprio operato sia sempre quello giusto, a prescindere dal raggiungimento o meno dell'obiettivo, il tutto avviene solo per puro egoismo, e talvolta, per il delirio da onnipotenza, che pervade chi sa di avere una "copertura forte", ma ciò non giustifica il fatto che a pagarne le conseguenze sono tutti i cittadini del territorio, e non solo quelli di una parte.
Pertanto prima di guardare la pagliuzza negli occhi degli altri, bisogna analizzare la propria trave ed avere il coraggio di mettersi in discussione e non cercare, riuscendoci il più delle volte, purtroppo, di imporre il proprio pensiero, perchè si fa così punto e basta, salvo poi negare l'evidenza dei risultati ottenuti.
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