Si parla tanto di evitare gli sprechi ed intanto in Regione Basilicata si continua ad assistere ad una situazione inspiegabile, che riguarda la proprietà della risorsa idrica, con un Ente (EIPLI), perennemente sull’orlo del baratro ed un altro soggetto (Acqua S.p.A.), al capezzale economico delle Regioni Basilicata e Puglia.
L’Ente Irrigazione si trova, come è noto, con i conti in rosso, oltre 115 milioni di euro, accumulati nel corso degli ultimi decenni, certo anche per alcune scelte sbagliate di gestione, ma soprattutto a causa del mancato pagamento dell’acqua da parte degli Acquedotti e dei Consorzi di Bonifica.
Molti Commissari Straordinari si sono susseguiti, ma il risultato è che ancora non è definito il futuro dell’Eipli e di tutti i lavoratori, oltre 100, che attraversano fase alterne di tranquillità, dovuta proprio al problema finanziario, che nonostante i molti progressi fatti dall’attuale Commissario Straordinario Ing. Saverio Riccardi e dal Direttore Generale Dott. Lorenzo Larocca, continua a vivere una fase di stallo.
La Regione Basilicata e la Regione Puglia, invece, hanno ritenuto opportuno creare un doppione, Acqua S.p.A. , senza risolvere il problema e, soprattutto, senza pagare i debiti dovuti all’Ente irrigazione, e cosa ancora più grave tenendo fermi i progetti già finanziati per il completamento degli schemi idrici lucani.
Pertanto la situazione non è delle più rosee, in aggiunta a questo ci sono anche diverse scuole di pensiero, c’è chi sostiene che l’Ente debba essere trasformato in S.p.A., con una gestione stralcio in parallelo per pagare tutti i debiti, quantificati in ca. 75 milioni di euro, a seguito di proposte di transazione accettate dai creditori, mentre c’è chi sostiene che debba essere solo trasformato in Ente pubblico economico, ed infine c’è chi vorrebbe il passaggio alla Regione Basilicata, nella fattispecie del soggetto Acqua S.p.A..
Tutto ciò non fa altro che disperdere gli sforzi dei vari soggetti coinvolti, che invece di convergere su un unico obiettivo, ognuno cerca di raggiungere il proprio, con un Ente sempre più in declino, con problemi di personale insufficiente, di mancata manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, di chiusura di servizi per mancanza di risorse economiche, di mancati investimenti strutturali per la sopravvivenza dello stesso e per lo sviluppo dell'agricoltura locale.
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