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Per trovare il cadavere di Elisa Claps ci sono voluti 17 anni, per il funerale quanti ne dovranno passare, speriamo neanche uno.....



I riflettori sono accesi sul caso Claps, quasi vi sia un accanimento terapeutico nel mantenere in vita questa brutta storia, nascondendosi dietro il fine nobile della ricerca della verità, e dopo due mesi dal ritrovamento ufficiale del cadavere, non si riesce ancora a sapere chi e quando ha scoperto il corpo.

Il tempo scorre e la famiglia di Elisa Claps non ha ancora un luogo dove piangere la “sfortunata” Elisa, che non ha potuto vivere la sua vita per colpa di un balordo, individuato da tutti nella figura di Danilo Restivo, ma spetterà agli organi inquirenti stabilire se è effettivamente lui.

Il silenzio assordante della Chiesa, locale e nazionale, che invece di schierarsi concretamente con la famiglia, incalzando gli inquirenti affinché si possa celebrare, il prima possibile, l’ultimo sacramento ad Elisa Claps, rappresenta l’ennesimo “dolore” inflitto ai parenti della vittima, anche se la mamma li vuole celebrare in un luogo all’aperto, ma chi può biasimarla, vista la corresponsabilità della chiesa, seppure incosapevolmente, nell’aver “nascosto” al proprio interno il feretro per 17 lunghi anni.

Ed ecco allora andare in onda lo “show” mediatico di una delle vergogne delle città di Potenza, dove il primo cittadino del capoluogo della Regione Basilicata non esita ad andare nello studio di Rai 3 come ospite della trasmissione “Chi l’ha visto”, ed il marito del magistrato che si occupò delle prime indagini, che distorce la verità sul perchè la moglie è stata trasferita e lui si dimise da Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza, addebbitando la responsabilità ad uno dei depistaggi, che purtroppo si sono susseguiti, oltre le tante comparse che hanno avuto un ruolo in questa brutta vicenda ed ognuno dice la sua...

Da cittadino sono indignato che la mia Città dia questo esempio del suo territorio, dove bisogna dirlo, l’approssimazione regna sovrana, tanto da non ispezionare il luogo dove si riteneva che Elisa era stata per l’ultima volta.

Purtroppo su tutto sembra emergere prepotentemente una verità, quasi vi fosse una strategia per andare in quella direzione, ovvero che il colpevole è Danilo Restivo e che se tanti errori sono stati commessi, perchè vi è stata una “protezione sociale” da parte della sua famiglia, attese le origini umili della sfortunata Elisa.

La carta stampata locale, inoltre, ha una sua precisa responsabilità, ma sembra che nessuno ci pensi, ancora poi non pubblicano in futuro un proprio commento sul giornale...., in quanto non é riuscita ad assolvere al compito di portare alla luce la verità, di fare per la prima volta uno “scoop” che vada oltre i chiacchiericci di palazzo per intenderci, tanto cari ai potentini.

Immaginiamo per un attimo un bel titolo di prima pagina “La polizia non controlla tutti i locali della Chiesa”, oppure “non controllano le tracce di sangue dell’unico indiziato”, forse questa storia sarebbe stata diversa, chi può saperlo ormai.....

Elisa Claps rappresenta “purtroppo” solo la punta dell’iceberg della “mediocrità diffusa” a Potenza ed in tutta la Regione Basilicata, dove la politica ha consentito e consente a molti di ricoprire ruoli eccellenti, anche senza esserlo, ma divenuti tali per tutt’altre ragioni.

Quindi nel mentre che i nuovi inquirenti concludano le indagini e sperando di conoscere la verità pura, e non quella oppiacea per il popolino, mi auguro che almeno Elisa Claps abbia il suo funerale ed un luogo decoroso dove riposare in pace nel più breve tempo possibile.

Patrizio Pinnaro'

Libero professionista, esperto Google certificato dalla Google Web Academy come Online Professionals, consulente dello sportello regionale per l'internazionalizzazione - Sprint Basilicata, segretario ufficio diocesano pastorale del turismo - Arcidiocesi di Potenza.

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