I primi anni di vita della Regione Basilicata sono stati certamente quelli più belli, anche perchè vi era un esponente autorevole, tale Sen. Emilio Colombo, che "garantiva" la presenza nel Governo nazionale, con ruoli non certamente marginali (Presidente del Consiglio dei Ministri e più volte Ministro nei vari governi).
Poi il bambino iniziava a crescere e con il crescere incontrava nuovi amici, figli di quei padri costituenti locali, che hanno cercato di continuare l'opera intrapresa dai propri "padrini", senza tuttavia avere un progetto lungimirante per la nostra terra.
Ecco allora che con il passare degli anni, nonostante le notevoli paghette concesse al fanciullo "per grazia ricevuta", ora dal governo nazionale, ora da quello europeo, ora dalla natura (acqua, petrolio, terremoto), i pochissimi cittadini della nostra terra, invece di stare tutti bene, riflettono quella che è l'economia nazionale, c'è chi si ingrassa, chi si puzza la fame e chi vivacchia....
Eppure visti i nostri numeri non doveva essere un impresa impossibile, riuscire a garantire un lavoro ad un quartiere di una grande città, e allora mi domando ma che c'è da celebrare ? se non l'ammissione del fallimento delle politiche effettuate negli ultimi decenni.
Riflettendo meglio però c'è da festeggiare eccome, alla fine sono sempre loro che ci governano, quindi, significa che in 40 anni da noi il tempo si è fermato, perchè abbiamo la stessa classe dirigente, saldamente alla guida della nostra regione, e siccome la politica è l'espressione del popolo, vuol dire che il popolo è contento di questa politica e, quindi, è giusto, che celebrino la loro festa, non certo di tutti i lucani che vivono il problema dell'essenziale e non quello del superfluo.
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