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Lo statuto della Regione Basilicata: che sia la volta buona ?



Il nuovo statuto
della Regione Basilicata
Si discute del nuovo statuto della Regione Basilicata, è già questo è un fatto positivo, almeno c'è un dibattito, seppure poi bisognerà vedere fino a che punto effettivamente le osservazioni saranno tenute in considerazione.

Il metodo scelto non è certo condivisibile, si poteva fare di più, anche perchè non si capiscono le motivazioni per cui i nuovi principi che si intendono introdurre non vengono già applicati per la definizione del nuovo statuto.


Tuttavia un così alto momento politico non sembra essere percepito dal popolo, vuoi perchè ci sono tante altre emergenze a cui si deve far fronte, vuoi perchè alla fine si cerca la politica solo come uno strumento per ottenere un proprio beneficio.

Ma ciò non toglie, ammesso che si riesca ad arrivare almeno ad una bozza, visti anche i precedenti fallimenti, ben due Commissioni regionali per lo statuto, non sono riuscite nell'unico obiettivo che avevano, e questo la dice lunga, sul reale interesse che c'era, dopo 40 anni qualcosa sarà pur cambiato e, quindi, è necessario un aggiornamento dei principi alla base della democrazia locale.

Volendo però mettere sul piatto della bilancia, da un lato lo statuto e dall'altro le esigenze dei lucani, non può certamente essere la carta dei principi una priorità da affrontare, per giunta con tempi così biblici, perchè limitarsi ad un documento programmatico, invece di approvare già una prima bozza da mettere in discussione, e poi questa assenza di proposte da parte dei partiti, la dice lunga sulla sensibilità degli stessi, rispetto a questo tema.

Preoccuparsi del futuro, tralasciando il presente, non è forse il sintomo di una politica malata, che non riesce a curare i mali del popolo, ma che ha la presunzione di fissare "solo" le regole del futuro ? salvo poi non sempre rispettarle, con l'alibi di pensare alle future generazioni, dimenticando che oggi si formano le coscienze di quelli che saranno i prossimi amministratori ?

Quali sono le motivazioni per cui non è possibile già introdurre queste novità che vengono enunciate nel nuovo statuto ? perchè non è possibile applicare questa tanto sbandierata democrazia partecipata ? anche per avvalorare con dati concreti i principi che si vorrebbero introdurre ?

Mi ricordo qualche anno fa un finto esempio di democrazia partecipata, la Regione doveva approvare il manuale per l'accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private, ed aveva aperto un forum online, dove ognuno poteva mettere inserire le proprie osservazioni, bene, non si è tenuto conto delle indicazioni fornite ed è stato approvato il documento così come era stato concepito, tra l'altro da un soggetto pubblico esterno al nostro territorio.

La totale assenza di trasparenza, tanto che non c'è alcuna discussione online, infatti è possibile solo inviare le proprie osservazioni con un modulo privato, pure utile in mancanza, ma non consente certo di poter avere un dibattito aperto e di avvicinare il popolo a questo tema.

Evidentemente alle tante belle parole, che pure hanno accompagnato la presentazione di questo documento programmatico, nei 4 incontri realizzati, non c'è una reale volontà politica di coinvolgere il popolo lucano nelle scelte, riducendo il tutto all'ennesimo specchietto per le allodole, magari con la speranza di far sembrare quello che non è, ovvero una Regione aperta alle sollecitazioni esterne, ma solo nella facciata, e non già nella sostanza.

Patrizio Pinnaro'

Libero professionista, esperto Google certificato dalla Google Web Academy come Online Professionals, consulente dello sportello regionale per l'internazionalizzazione - Sprint Basilicata, segretario ufficio diocesano pastorale del turismo - Arcidiocesi di Potenza.

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