Analfabetismo Telematico |
In questi giorni è stata ripresa da alcuni TG nazionali, la notizia di un anziano pescatore che ha imparato a leggere e scrivere a 92, pubblicando anche una biografia della sua vita.
Questo a dimostrare che ancora oggi si continua a parlare, quasi esclusivamente, solo dell'analfabetismo di base (non saper leggere e scrivere), fortunatamente, ormai, superato, rispetto al passato.
Mentre vi è una tendenza molta diffusa a sottovalutare la sua evoluzione "tecnologica", ovvero quello telematico.
Quante volte sentiamo l'espressione "le giovani generazioni sono tutti tecnologici, utilizzano internet in modo fluente, piuttosto che non hanno alcun problema con le nuove tecnologie", ma è solo un'analisi superficiale e, soprattutto, poco corrispondente alla realtà.
Quanti giovani sanno creare un sito ? quanti usano la loro email per comunicare ? quanti sfruttano internet per pubblicare le proprie idee ? quanti riescono ad inserire propri contenuti al di fuori del network utilizzato ? ammesso che usino facebook o twitter, o qualche altro social network.
Queste solo alcune valutazioni, che chiaramente interessano la pluralità dei soggetti, non certo solo i giovani, ma volendo fare degli altri esempi, quanti utilizzano la tecnologia disponibile, per giunta in molti casi perfino gratuita, per essere in contatto con tutto il mondo ?, piuttosto che per acquisire dati direttamente online, senza doverli poi elaborare ?
Ma ancora, quanti soggetti istituzionali, ma anche privati, pur avendo una email la leggono e la usano fluentemente ? e come utilizzano il web per migliorare e/o valorizzare il proprio lavoro ?
Gli esempi, chiaramente possono essere molteplici, ma il concetto è sempre lo stesso, la tecnologia galoppa ad altissima velocità e noi non ci rendiamo conto di quante persone ed attività sono tagliate fuori da questo mondo, con grave danno per le economie locali.
Si sottovaluta la portata di questo fenomeno sociale, che a differenza del suo antenato, non è più legato solo ad alcuni specifici fattori, ovvero all'età, alla condizione economica della propria famiglia, al contesto culturale dove si cresce, ecc.ecc., ma è trasversale.
Nell'era della globalizzazione, infatti, è avvenuta anche quella dell'analfabetismo, per cui possiamo tranquillamente trovare un signore di 60 anni che usa fluentemente internet, mentre un giovane di 18 anni, senza considerare tutti quelli con un'età intermedia, che nella migliore dell'ipotesi usa facebook o al massimo riesce a fare qualche ricerca nel Web.
Ed ecco un altro punto focale, quante volte cerchiamo qualche informazione specifica e ci capita di non riuscire a trovare nulla ? o se ci va bene, troviamo solo qualcosa che si avvicina ? sicuramente tante volte, ma alle strette, attiviamo i canali tradizionali ed il "problema" è risolto.
Perchè avviene questo ? la risposta è molto semplice, il web si alimenta con le informazioni, ma se queste non vengono inserite è chiaro che non sono disponibili, inutile "accanirsi" per vedere il proprio sito posizionato nelle prime pagine dei motori di ricerca, pure utile, magari anche spendendo ingenti risorse economiche, per poi avere dei ritorni davvero molto modesti, rispetto alle aspettative.
Eppure quanti costi si potrebbero ridurre, se non perfino eliminare, con un uso più consapevole di internet da parte del mondo del lavoro e delle Istituzioni , quanto tempo si potrebbe risparmiare a tutto vantaggio di altre attività ?
Appare chiaro che è necessario uno sforzo da parte di tutti, ad iniziare dalla Pubblica Amministrazione, che dovrebbe essere più accorta e celere, qualcosina si muove, è vero, ma purtroppo è, come spesso accade, frutto non già di una strategia, ma di qualche "sollecitazione esterna", che sarà limitata al settore di intervento, senza che vi sia una pianificazione indipendente alle spalle.
Tutto sommato, potrebbe anche essere un vantaggio competitivo, per tutti quei soggetti che sono nella condizione di utilizzarla questa tecnologia, ma la popolazione e, soprattutto, le attività economiche locali, quali vantaggio ne possono trarre ? tenuto anche conto che con un click è possibile fare sempre più attività ?
Inevitabilmente, un territorio che non affronta anche questa emergenza culturale, sarà sempre più penalizzato, in quanto non riuscirà a sfruttare le nuove tecnologie per meglio organizzarsi e svilupparsi, perdendo sempre più quote di mercato, a tutto vantaggio di chi, invece, riuscirà a conquistarle.
Per questa motivazione è necessaria una maggiore attenzione nei confronti dell'analfabetismo telematico, ad esempio, potrebbe essere un utile insegnamento, mettere un voto a scuola, piuttosto che riconoscere un minimo di crediti formativi, a chi dimostrerà di saper utilizzare almeno gli elementi basilari per comunicare autonomamente nel Web, ma i nostri professori, a loro volta, sono in questa condizione ?
Hanno senso ancora oggi gli incontri tra professori e genitori ? ovvero sono sufficienti, attesa la possibilità di mandare anche una semplice e banale email ? ma evidentemente è chiedere troppo, alla nostra "arcaica" struttura di insegnamento, tralasciando, che da loro può dipendere anche la riduzione di questa tipologia di analfabetismo.
L'insegnante di geografia, ad esempio, potrebbe dare un voto, per gli alunni che posizionano correttamente le proprio foto su google maps, magari con una esercitazione nell'aula di informatica, al fine di evitare i "furbetti", ma tanti, tanti altri possono essere gli esempi, il problema è che manca la volontà di farlo, probabilmente, anche perchè non si conosco tutti questi programmi...
Inutile continuare a parlare di "riforme ragionieristiche" della scuola, il problema da affrontare sono, invece, i programmi, le metodologie da utilizzare, su come preparare al meglio le giovani generazioni, ma anche quelle meno giovani, per avere almeno una conoscenza di base dell'uso elementare del web.
Perchè avviene questo ? la risposta è molto semplice, il web si alimenta con le informazioni, ma se queste non vengono inserite è chiaro che non sono disponibili, inutile "accanirsi" per vedere il proprio sito posizionato nelle prime pagine dei motori di ricerca, pure utile, magari anche spendendo ingenti risorse economiche, per poi avere dei ritorni davvero molto modesti, rispetto alle aspettative.
Eppure quanti costi si potrebbero ridurre, se non perfino eliminare, con un uso più consapevole di internet da parte del mondo del lavoro e delle Istituzioni , quanto tempo si potrebbe risparmiare a tutto vantaggio di altre attività ?
Appare chiaro che è necessario uno sforzo da parte di tutti, ad iniziare dalla Pubblica Amministrazione, che dovrebbe essere più accorta e celere, qualcosina si muove, è vero, ma purtroppo è, come spesso accade, frutto non già di una strategia, ma di qualche "sollecitazione esterna", che sarà limitata al settore di intervento, senza che vi sia una pianificazione indipendente alle spalle.
Tutto sommato, potrebbe anche essere un vantaggio competitivo, per tutti quei soggetti che sono nella condizione di utilizzarla questa tecnologia, ma la popolazione e, soprattutto, le attività economiche locali, quali vantaggio ne possono trarre ? tenuto anche conto che con un click è possibile fare sempre più attività ?
Inevitabilmente, un territorio che non affronta anche questa emergenza culturale, sarà sempre più penalizzato, in quanto non riuscirà a sfruttare le nuove tecnologie per meglio organizzarsi e svilupparsi, perdendo sempre più quote di mercato, a tutto vantaggio di chi, invece, riuscirà a conquistarle.
Per questa motivazione è necessaria una maggiore attenzione nei confronti dell'analfabetismo telematico, ad esempio, potrebbe essere un utile insegnamento, mettere un voto a scuola, piuttosto che riconoscere un minimo di crediti formativi, a chi dimostrerà di saper utilizzare almeno gli elementi basilari per comunicare autonomamente nel Web, ma i nostri professori, a loro volta, sono in questa condizione ?
Hanno senso ancora oggi gli incontri tra professori e genitori ? ovvero sono sufficienti, attesa la possibilità di mandare anche una semplice e banale email ? ma evidentemente è chiedere troppo, alla nostra "arcaica" struttura di insegnamento, tralasciando, che da loro può dipendere anche la riduzione di questa tipologia di analfabetismo.
L'insegnante di geografia, ad esempio, potrebbe dare un voto, per gli alunni che posizionano correttamente le proprio foto su google maps, magari con una esercitazione nell'aula di informatica, al fine di evitare i "furbetti", ma tanti, tanti altri possono essere gli esempi, il problema è che manca la volontà di farlo, probabilmente, anche perchè non si conosco tutti questi programmi...
Inutile continuare a parlare di "riforme ragionieristiche" della scuola, il problema da affrontare sono, invece, i programmi, le metodologie da utilizzare, su come preparare al meglio le giovani generazioni, ma anche quelle meno giovani, per avere almeno una conoscenza di base dell'uso elementare del web.
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