Il ruolo del turismo per lo sviluppo della Basilicata |
L'Associazione SRM (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno ha presentato il 1° giugno 2012 a Matera lo studio "Il ruolo del turismo per lo sviluppo della Basilicata".
Nella presentazione del Direttore Generale Massimo Deandreis, oltre ad emergere il dato "allarmante" che la presenza di turisti stranieri è in continua diminuzione nella Città di Matera, sono delineati anche alcuni fattori di debolezza del sistema turistico lucano.
Infatti, la capacità di attrarre flussi turistici internazionali, potrà avvenire solo allorquando, riusciremo a meglio organizzare e, soprattutto, a valorizzare il nostro territorio, superando quella non cultura turistica che inibisce ai soggetti di stare insieme per raggiungere obiettivi condivisi.
Interessante anche la proiezione economica di come il valore delle sinergie tra turismo, agricoltura e cultura, potrebbe far aumentare l'impatto economico di altri 17,5 € a presenza aggiuntiva, passando da 33,5 € a 51 € attivando complessivamente un flusso di 184 milioni €.
Le conclusioni, per quanto siano giuste e condivisibili, sembrano essere "limitate" rispetto al grande lavoro che c'è da fare, infatti, è molto riduttivo relegare il tutto solo alla "Diversificazione, ovvero turismo di qualità" ed "All'aumento del contributo economico unitario della singola presenza".
Ad esempio non viene per nulla affrontata la necessità di introdurre un sistema per il monitoraggio continuo della qualità dei servizi turistici erogati, che sia nella condizione, sia di premiare sul campo gli operatori turistici, ma soprattutto, di stimolare i diversi players turistici a fare sempre meglio.
Come pure l'esigenza di costruire delle reti turistiche online monotematiche ed integrate, locali e territoriali, che sfruttando la tecnologia disponibile, riescano ad offrire sempre maggiori utilità e servizi ai turisti, oltre che a tutti i cittadini interessati, utilizzandole anche per contrastare il diffuso analfabetismo telematico, gap infrastrutturale non considerato, che però avrà un incidenza sempre più sostanziale nella scelta anche delle mete turistiche.
E, forse, proprio l'assenza del gap telematico infrastrutturale, nel documento redatto dalla SRM, dimostra come questa emergenza sia la più grave di tutte, in quanto non viene ancora neanche analizzata, facendo presupporre una visione ancorata a schemi tradizionali, che non sono riusciti a raggiungere gli obiettivi fissati, tant'è che ancora oggi si cerca il modo di come raggiungerli, ma che hanno bisogno di una forte interazione tecnologica e di una visione futuristica del nostro turismo del domani.
Questo chiaramente non significa che sono necessari ingenti risorse economiche, ma soltanto che si dovranno effettuare delle precise scelte, anche politiche, sull'introduzione e l'adozione delle migliori tecnologie disponibili, che abbiamo un ottimo rapporto costo/procedure attivabili.
Emerge un territorio che dovrebbe sfruttare di più le opportunità di sviluppo connesse all'industria turistica, non limitandosi alle poche località turistiche dove prevalgono per lo più turismi monotematici (balneare), superando gap infrastrutturali che limitano la capacità di generare flussi turistici.Tuttavia le strade "suggerite" non riusciranno a tradurre in concreto le molte opportunità che potrebbero esserci, in quanto la mera creazione di un'offerta turistica sempre più variegata ed articolata, a poco servirà se le Istituzioni preposte al turismo non avranno la lungimiranza di dotarsi di una rete turistica online, dove i protagonisti siano principalmente gli operatori locali, turistici ed economici..
Infatti, la capacità di attrarre flussi turistici internazionali, potrà avvenire solo allorquando, riusciremo a meglio organizzare e, soprattutto, a valorizzare il nostro territorio, superando quella non cultura turistica che inibisce ai soggetti di stare insieme per raggiungere obiettivi condivisi.
Interessante anche la proiezione economica di come il valore delle sinergie tra turismo, agricoltura e cultura, potrebbe far aumentare l'impatto economico di altri 17,5 € a presenza aggiuntiva, passando da 33,5 € a 51 € attivando complessivamente un flusso di 184 milioni €.
Le conclusioni, per quanto siano giuste e condivisibili, sembrano essere "limitate" rispetto al grande lavoro che c'è da fare, infatti, è molto riduttivo relegare il tutto solo alla "Diversificazione, ovvero turismo di qualità" ed "All'aumento del contributo economico unitario della singola presenza".
Ad esempio non viene per nulla affrontata la necessità di introdurre un sistema per il monitoraggio continuo della qualità dei servizi turistici erogati, che sia nella condizione, sia di premiare sul campo gli operatori turistici, ma soprattutto, di stimolare i diversi players turistici a fare sempre meglio.
Come pure l'esigenza di costruire delle reti turistiche online monotematiche ed integrate, locali e territoriali, che sfruttando la tecnologia disponibile, riescano ad offrire sempre maggiori utilità e servizi ai turisti, oltre che a tutti i cittadini interessati, utilizzandole anche per contrastare il diffuso analfabetismo telematico, gap infrastrutturale non considerato, che però avrà un incidenza sempre più sostanziale nella scelta anche delle mete turistiche.
E, forse, proprio l'assenza del gap telematico infrastrutturale, nel documento redatto dalla SRM, dimostra come questa emergenza sia la più grave di tutte, in quanto non viene ancora neanche analizzata, facendo presupporre una visione ancorata a schemi tradizionali, che non sono riusciti a raggiungere gli obiettivi fissati, tant'è che ancora oggi si cerca il modo di come raggiungerli, ma che hanno bisogno di una forte interazione tecnologica e di una visione futuristica del nostro turismo del domani.
Questo chiaramente non significa che sono necessari ingenti risorse economiche, ma soltanto che si dovranno effettuare delle precise scelte, anche politiche, sull'introduzione e l'adozione delle migliori tecnologie disponibili, che abbiamo un ottimo rapporto costo/procedure attivabili.
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