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Un federalismo che parta dal mercato interno



Possibile mai che i prodotti locali debbano essere una rarità nei supermercati ? si certamente sarà più conveniente farli arrivare dall’estero, in nome del dio denaro, ma quali sono i reali danni per l’economia locale ?

Se la gente del posto non ha i soldi per comprarli, è comunque un danno, allora perché non fare una Legge che obbliga ad acquistare almeno il 30 % dei prodotti realizzati nel territorio ? , ovvero perché non dare contributi ai negozi e supermercati per la vendita dei prodotti locali ? ovvero perché non prevedere un incentivo per i cittadini che acquistano questi prodotti ? tipo una raccolta punti che consente di avere uno sconto % sulle tasse locali ?

Ritengo ci sia la necessità di “drogare” anche il mercato quello alimentare, come avviene per l’edilizia, vengono messe in cantiere opere pubbliche anche per far lavorare la gente, o per l’auto, la FIAT è l’esempio più eclatante, tanto da indurre i governi a dare gli incentivi per aumentare la produzione delle auto, perché non farlo anche per l’alimentare locale ?

L’altro giorno dovevo comprare l’aglio e vedendo l’etichetta ho visto che erano prodotti in Argentina, possibile che in Basilicata, piuttosto che in Italia, non ci sia nessuno che produce l’aglio ? non penso proprio, è solo una questione di prezzo, evidentemente i nostri sono troppo cari, ma perché ciò avviene.

Certamente il costo della mano d’opera è maggiore, anche se è molto diffuso il lavoro nero, sia per essere competitivi, ma anche per aumentare gli utili dell’impresa, pure legittimo, ma sempre a danno della nostra economia e della collettività, oltre il problema che non si trova mano d’opera locale, allora anche in questo caso si dovrebbe fare una politica mirata, del tipo offrire la cittadinanza ai lavoratori stranieri che lavorano, e non sfruttarli e farli vivere in condizioni che un paese civile non dovrebbe permettere, dando degli sgravi fiscali o benefici ai produttori.

Io ritengo che gli esperti del settore e la classe politica dei singoli territori dovrebbero lavorare maggiormente, o iniziare a lavorare …., anche su questo fronte, al fine di trovare delle soluzioni che consentano realmente di arrivare a dei concreti benefici.

Mi rendo conto che molti sono gli ostacoli da superare, siamo in Europa, poi in Italia, ma intanto si dovrebbe anche diffondere nella popolazione locale, una cultura sulla necessità di aiutare il proprio territorio a sopravvivere, ovvero congiuntamente ad interventi mirati nel settore, avviare anche una campagna di sensibilizzazione per l’acquisto dei prodotti locali e/o di quelli realizzati nel territorio.

Impossibile, no non penso, tutto si può fare, io non so quali prodotti vengono realizzati nella mia terra, e mi farebbe molto piacere poter contribuire ad aiutare un’impresa del posto, che da lavoro ai cittadini lucani, che poi a loro volta alimenterebbero il mercato locale, e sono certo che non sono un caso isolato.

Piuttosto che continuare a spendere fiumi di denaro per alimentare il mercato dei corsi di formazione, che spesso, per non dire sempre, si riducono ad una mera azione di assistenzialismo verso i partecipanti, interessati per lo più a prendere il rimborso mensile che ad utilizzare le nozioni acquisite per trovare uno sbocco occupazionale, sarebbe utile indirizzare queste risorse verso programmi concreti di sviluppo per il territorio.

Patrizio Pinnaro'

Libero professionista, esperto Google certificato dalla Google Web Academy come Online Professionals, consulente dello sportello regionale per l'internazionalizzazione - Sprint Basilicata, segretario ufficio diocesano pastorale del turismo - Arcidiocesi di Potenza.

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