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E se anche la seconda repubblica finisse, come sarebbe la terza ?



Ci sono ormai molti segnali che qualcosa si muove, il sistema politico sembra avviarsi sempre più verso le pratiche del passato, dell'immobilismo, non riesce a progredire verso scelte forti, che lo siano davvero e che portino concreti benefici per la collettività.

Il bipolarismo ha mostrato i suoi limiti, tanto che gli alleati sono necessari sia a destra che a sinistra (Lega Nord ed Italia Dei Valori), anche se a livello locale non è cambiato nulla, tanto è vero che spesso le coalizioni che vincono hanno una platea molto vasta di partiti e partitini.

Ma allora se questo schema in quasi 20 anni non è riuscito a modificare la situazione non è giunto forse il momento di iniziare a pensare a qualcosa di diverso ? un ritorno al passato non penso sia auspicabile, ma come potrebbe essere la terza repubblica, che pure dovrà arrivare ?

Oggi in Italia esistono due forti partiti il Popolo Della Libertà ed il Partito Democratico, pensare di riuscire a fare una sintesi per il bene dell'Italia è chiedere troppo, ma perché non provare a scrivere le regole insieme ? purtroppo ho un sospetto, che il "limite" maggiore sia proprio nel riuscire a fare una sintesi nell'individuare quelle che sono le priorità e poi trovare soluzioni condivise.

Inoltre vi è la questione del come votare, non tanto perché sono state eliminate le preferenze, atteso che anche il vecchio sistema mostrava tutti i suoi limiti, ma quanto al fatto che non si riesce a spostare l'attenzione sui contenuti dell'azione politica, che la singola coalizione intende portare avanti, ma siamo pronti per questo tipo di repubblica ? penso di no, in quanto il popolo è egoista e privilegia spesso il proprio interesse personale rispetto a quello della collettività.

Certo si potrebbe fare anche uno sforzo "culturale", ad esempio si potrebbe inserire una "quota culturale", ovvero i cittadini votano le idee di sviluppo, ma sarebbe realmente una rivoluzione, ma sicuramente ne potremmo giovare tutti quanti, in quanto si riuscirebbe ad alimentare il dibattito sulle cose concrete da realizzare.

Tuttavia si potrebbe correre anche il rischio di un appiattimento ideologico, atteso che alcune priorità, in quanto tali, sarebbero individuate da molti soggetti politici, però sarebbe un vincolo per tutte le coalizioni,e quindi le speranze che vengano realizzate aumenterebbero, a prescindere dal risultato finale.

Questo potrebbe anche essere un modo per far appassionare quel primo partito che disdegna le urna, in quanto potrebbe votare in modo chiaro le idee, i contenuti politici, la visione futura del proprio territorio, dando la possibilità a chiunque di potersi presentare.

Una scuola di pensiero, e non a torto, sostiene che l'attuale sistema di voto nazionale, consentirebbe, se applicato anche alle amministrative, di poter ottenere un voto più politico e meno condizionato, visto che il controllo del voto con questa modalità è sicuramente minore, ma resta il problema del come definire la "scaletta", che mostra un limite nell'attuale impostazione.

Quindi anche in questo caso si dovrebbe riconoscere il lavoro svolto da chi si è prodigato per l'esistenza del partito, ma sarebbe auspicabile almeno una consultazione interna della base, anche se questo nasconde il problema che non sempre chi è iscritto al partito rappresenta la maggioranza del corpo elettorale che poi vota.

La terza repubblica dovrà quindi avere il coraggio di applicare una riforma del proprio sistema, a prescindere dal metodo elettivo, che pure influisce, ma alla fine è solo un dettaglio, vista la mission che devono assolvere, si dovrebbero fissare delle regole, possibilmente condivise, sul metodo per l'attribuzione delle responsabilità politiche e, quindi, degli incarichi da svolgere in caso di elezione.

Il progetto politico, infatti, non può, come spesso accade, limitarsi al fatto che un gruppo ha la propria rappresentanza al Comune, alla Provincia, in Regione ed in Parlamento, per poi governare a proprio uso e consumo l'organizzazione politica di appartenenza, ma è necessario, e sempre più lo sarà, che vi siano anche gli obiettivi da raggiungere per il proprio territorio e che su questi gli elettori siano nella condizione di potersi esprimere.

Pura utopia ? forse si, ma intanto il problema c'è, anche se la politica non ama interrogarsi su questa criticità che mina il futuro della nostra nazione, oltre quello dei singoli territori, ma sono solo dettagli insignificanti, meglio discutere delle case dei politici, piuttosto che delle correnti interne....

Patrizio Pinnaro'

Libero professionista, esperto Google certificato dalla Google Web Academy come Online Professionals, consulente dello sportello regionale per l'internazionalizzazione - Sprint Basilicata, segretario ufficio diocesano pastorale del turismo - Arcidiocesi di Potenza.

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