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Il Ministro Tremonti sbaglia nel ritenere che sia “solo” un problema di accesso ai fondi comunitari da parte delle Regioni del Sud, il vero problema è come vengono utilizzate queste risorse



La recente affermazione del Ministro dell’Economia Tremonti sulle colpe delle Regioni del Sud, che non riescono a spendere tutti i fondi della Comunità Europea a disposizione è strumentale, appare più una difesa d’ufficio di chi sa che difficilmente riuscirà ad accontentare le richieste dei governatori, piuttosto che un monito a cambiare rotta.

Infatti il vero problema non è nella quantità, è come quando uno va a fare la spesa al supermercato, può riempire il carrello di tante leccornie, caramelle, gelati, biscotti, cioccolatini, dolci, spendendo un sacco di soldi, salvo poi ritrovarsi a casa senza pane, pasta, carne, pesce, frutta e verdura.

Questo il rischio concreto che si corre, infatti, il punto non è quanto ho speso, ma cosa ho comprato, se alla fine compro solo il superfluo, senza pensare alla sostanza, ho da mangiare, però non mi nutro correttamente, quindi, piuttosto che concentrarsi sul conto alla cassa, bisognerebbe, invece, fissare dei paletti sulle priorità da affrontare.

Certo lo stesso principio dovrebbe essere adottato per tutte le Amministrazioni Pubbliche, ad iniziare da quelle centrali, non si può pretendere che solo quelle periferiche debbano seguire i principi nobili, salvo poi non avere nessun freno per quelle dei Ministeri o degli altri Enti nazionali.

Mi rendo conto che il Governo centrale sembra più essere impegnato e preoccupato della Legge sulle intercettazioni e sulle modifiche del Lodo Alfano, mentre quelli regionali fanno fronte comune per evitare i tagli, ma non è questa la strada giusta da seguire, ognuno dovrebbe fare il suo, con responsabilità e, soprattutto, portare avanti una “lotta” per tracciare la rotta da seguire per creare sviluppo ed occupazione, che rappresentano le vere priorità per il nostro paese.

Ma le mie sono solo parole al vento, lasciate in questo post, come testimonianza di un pensiero soffocato da questo modello, politico e sociale, che potrà cambiare solo con una forte implosione, perché nessuno ha l’interesse e la volontà di modificare l’attuale stato delle cose.

Certo non è di facile risoluzione anche il solo ipotizzare un modello diverso, ma sicuramente se non vi è neanche un minimo di discussione e nessuno inizia a porsi il problema che si devono trovare soluzioni alternative, allora significa che nulla cambierà, con buona pace di tutti quei cittadini che vorrebbero cambiare l’attuale situazione, pur nella consapevolezza di essere solo una goccia insignificante nel mare dell’indifferenza civica di chi avalla l’attuale sistema.

Patrizio Pinnaro'

Libero professionista, esperto Google certificato dalla Google Web Academy come Online Professionals, consulente dello sportello regionale per l'internazionalizzazione - Sprint Basilicata, segretario ufficio diocesano pastorale del turismo - Arcidiocesi di Potenza.

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