Molti guardano al 2013 come data di scadenza naturale delle elezioni politiche, ma vi è un’altra scadenza importante, quella del Presidente della Repubblica, unica Istituzione italiana dove il centro destra non è riuscito a nominare un proprio esponente.
Che nello scacchiere della politica ci sia anche questa Istituzione è indubbio, che Berlusconi vuole diventare il Presidente della Repubblica è un sospetto più che fondato, che la Lega voglia barattare con lui questo posto con quello di Presidente del Consiglio è plausibile.
Il problema sono i tempi, un conto è tirare a campare e restare “fuori” dalla scena politica per pochi mesi, per poi essere eletto come Presidente della Repubblica, un conto sono due anni, e poi con tutti quei problemi giudiziari irrisolti, Berlusconi sa che difficilmente ce la farebbe a resistere.
Quindi meglio continuare a governare fino all’estremo, il Berlusconi del 1994 sarebbe tornato subito alle urne, senza tentennamento alcuno, ma dopo 16 lunghi anni non è più l’imprenditore che fu, ora è un politico navigato, che cerca in tutti i modi di restare al potere.
Nel mentre, in questi anni, la Lega è cresciuta in modo esponenziale, tanto da arrivare perfino al punto di alimentare dibattiti su un possibile sorpasso, ieri di Forza Italia, oggi del PDL, in alcune realtà del Nord, e di essere oggi l’unico alleato politico veramente consistente di Berlusconi.
Ritengo che tutto il “caso” Fini sia dovuto alla Lega ed alla futura guida della Presidenza del Consiglio, infatti le prime scaramucce iniziarono proprio a ridosso della pretesa che a Palazzo Chigi ci sarebbe andato Tremonti, ponendo il problema del futuro politico dell’attuale Presidente della Camera, che si è visto costretto a reagire all’offensiva nell’unico modo che gli poteva garantire di non rimanere schiacciato.
Il nostro Presidente del Consiglio continua ad insistere di avere la maggioranza anche alla Camera dei Deputati, e che non ci sono problemi, ma le riforme e, soprattutto, il Federalismo fiscale, cavallo di battaglia della Lega è a rischio, servono numeri significativi, e, quindi, meglio le elezioni, che consentirebbero, in questo momento storico, di aumentare ancora il proprio peso elettorale e, quindi, la consistenza parlamentare.
Non è un segreto poi che la Lega, pur di portare a casa le proprie riforme, sarebbe anche disponibile ad offrire una mano ad altre forze politiche, quindi, anche se non si dovesse vincere, l’importante è l'incasso del federalismo fiscale, aprendo nuovi scenari oggi impensabili.
L’unica certezza è quella che alla ripresa dei lavori alla Camera dei Deputati, ogni giorno sarà una corsa ad ostacoli per il Governo, e che ogni occasione sarà buona per metterlo in difficoltà, e che, a giorni alterni, qualcuno invocherà le elezioni anticipate, con il risultato che l’attuale maggioranza continuerà a non avere un respiro di lungo periodo, ma un fiato corto, che se non vedrà qualche consistente boccata di ossigeno, con il passaggio di un gruppo di deputati, è destinato a diventare sempre più esile, fino a giungere alla elezioni.
Soltanto allora qualcuno si chiederà, ma perché non ci siamo andati subito, invece di continuare a perdere tempo utile ?
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