Rapporto lavoro - Camera di Commercio Potenza |
Nella Provincia di Potenza sono stati persi oltre 4.000 posti di lavoro, ma non è questo, purtroppo. l'aspetto più allarmante del rapporto sul mercato del lavoro e figure professionali, realizzato dalla Camera di Commercio della Provincia di Potenza.
Infatti, emerge che la domanda di lavoro è riferita principalmente a figure di medio-basso profilo, al massimo in possesso del diploma di scuola superiore, e che sempre più è richiesta una pregressa esperienza nel settore, quale titolo preferenziale.
Mettendo in evidenza l'inefficacia degli interventi formativi pubblici effettuati, ma non solo, in quanto vi è una "critica" anche sul sistema istruzione, molto scollato, rispetto alle esigenze professionali del mercato, ma il vero dato allarmante è riferito alla classe dirigente ed ai quadri.
Il tessuto produttivo provinciale potentino è composto prevalentemente da micro e piccole imprese, dove il titolare svolge spesso il ruolo di dirigente e difficilmente è disposto ad assumere profili professionali a cui demandare le scelte strategiche aziendali, funzione propria dei quadri e dirigenti, che sono riconducibili principalmente all'area dei laureati.
Ciò pregiudica inevitabilmente lo sviluppo dell'impresa, in quanto non consentendo l'ingresso di nuova linfa decisionale, si inibisce la possibilità di poter aver un valore aggiunto che consente di ampliare i prodotti o servizi offerti, e quindi anche l'occupazione.
Inoltre l'assenza di questa richiesta da parte del mercato, costringe i laureati a trovare una propria collocazione fuori regione, privando quindi la Basilicata dei cervelli, che invece porteranno la loro creatività e competenza in altri territori.
Paradossalmente si hanno più opportunità di trovare lavori manuali, che non necessitano di un lavoro concettuale e progettuale, rendendo vani gli sforzi fatti di tanti anni di studio, perchè difficilmente troveranno una collocazione nel mercato del lavoro locale.
Preoccupante anche il fenomeno di "abbandono" della speranza di trovare un lavoro, che droga le stime sulla disoccupazione in quanto non è possibile avere dati precisi su quanti cittadini sono inoccupati.
La politica dovrebbe interrogarsi su questo rapporto, per quanto in alcune parti è ridondante, ovvero sono ripetuti gli stessi concetti, e non riesce a delineare una precisa strategia per risolvere il problema dello sviluppo delle aziende locali, rappresenta comunque un preciso campanello d'allarme per il futuro occupazionale della Basilicata.
Inoltre non è effettuata una rilevazione specifica per le sole imprese del territorio, in quanto sono analizzati i dati di una ricerca nazionale, che sicuramente offre la possibilità di definire il trend locale, ma non consente l'analisi della nostra situazione.
Eppure quante risorse vengono sperperate per la formazione, ma se questi sono i risultati, sarebbe meglio dare un sussidio diretto, piuttosto che continuare nella farsa assistenzialistica dei corsi, che non agevolano l'ingresso nel mercato del lavoro, ma rappresentano solo un parcheggio momentaneo, per poi ritrovarsi il giorno dopo nella stessa situazione.
Certo la crisi economica gioca il suo ruolo opprimente, ma il problema è che manca una visione del futuro, non c'è una programmazione, in quanto trarre rari esempi, non ci sono interventi per favorire la produzione, e quindi aumentare le opportunità di lavoro.
E' pur vero che nel potentino il 40% della forza lavoro è rappresentata dai "colletti bianchi", ma questo dato è destinato a ridursi nel tempo e, quindi, si rende necessario, delineare altre strategie per creare lavoro, ad iniziare dalla scelta delle vocazioni produttive su cui investire energicamente.
Purtroppo anche le forze politiche di opposizione, non svolgendo il ruolo istituzionale demandato dai cittadini lucani, contribuisce ad alimentare la mancanza di strategie per il futuro, per fare un esempio su tutti, si stanno accanendo nella richiesta di una commissione di inchiesta per i concorsi pubblici in Basilicata, senza considerare il problema del lavoro privato che non c'è, invece di "sprecare" energie verso azioni di pura propaganda, dovrebbero avanzare proposte per lo sviluppo dell'economia locale, ma evidentemente non hanno le capacità per farlo, altra spiegazione io non riesco a trovarla...
Non resta che confidare in una modifica del sistema formativo lucano, visto che l'attuale modello non è riuscito a raggiungere gli obiettivi fissati.
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