Il
solo fatto che alcune banche inizino a valutare la possibilità di un fallimento
dell’Europa, prevedendo perfino un piano per reagire a questa evenienza,
dovrebbe far riflettere tutta la classe politica.
Il
problema non è più chi ci governa, ma come ci governa, e paradossalmente è
proprio il mercato finanziario, che in assenza di una governance dei processi,
è riuscito a colmare il vuoto lasciato dalla politica, dettando oggi l’agenda
dei singoli governi.
Ha
senso continuare ad essere uniti solo da una moneta, l’euro, senza che vi sia
unità anche in materia fiscale, piuttosto che per ogni assest strategico ?
possibile che la voce delle Comunità Europea si faccia sentire solo allorquando
emana una qualche direttiva, sempre subordinata all’approvazione dei singoli
stati ? senza garanzia alcuna sulle reali motivazioni che hanno spinto alla
determinazione di turno.
Hanno
senso questi fiumi di denari che arrivano dai fondi europei, quando poi, nella
migliore delle ipotesi, si perdono in tanti rivoli e rivoletti sui territori
nazionali ? piuttosto che per agevolare qualche grande azienda, pubblica, privata o mista che sia poco importa, con il ritornello e la beffa che spesso non si riescono neanche a
spendere tutte le risorse economiche, perché non si riesce a programmare e realizzare azioni che vanno oltre il
momento elettorale e gestionale, dei singoli politici chiamati a governare dei
precisi ambiti.
Per
quanto l’euro abbia fatti molti danni, basti pensare al problema di collocare
sul mercato globale prodotti con una moneta forte, che ha comportato la
chiusura di molte aziende, almeno in quelle nazioni dove i costi di produzione sono
rimasti invariati, per andare dove vi sono condizioni economiche migliori,
scatenando una sorta di guerra fra poveri, ma ormai tornare indietro è
impensabile, bisogna avere, invece, il coraggio di andare avanti, anche “cedendo”
quote di sovranità nazionale.
Siamo
sulla stessa barca, inutile, far finta di niente, certo la proposta di fare un
unico debito europeo, gli eurobond, mi fa paura, non tanto perché nell’immediato
si riuscirebbero a recuperare ingenti risorse economiche, ma perché rappresentano
solo un ennesimo palliativo per curare un malato anziano, che non riesce
proprio a trovare la terapia giusta per guarire.
A
questo punto bisogna decidere, non possiamo certo continuare in questo modo, con una Banca
Centrale, che corre in aiuto degli Stati in difficoltà, con il vero padrone del
mondo che è il debito mondiale, sempre pronto a scatenare perfino nuove guerre,
pur di veder salvaguardati i propri interessi economici.
Forse
il modello di sviluppo che abbiamo creato è sbagliato, basato sull’indebitamento
per consentire all’economia di potersi rigenerare anche senza che vi fossero
effettivamente le condizioni per poterlo fare, inutile puntare il dito sui responsabili,
bisogna invece iniziare a ripensare ai fondamentali della nostra società,
cercando di “limitare” l’enorme egemonia che il denaro ha conquistato.
svalutare l'euro o ritornare alla lira, l'Italia col suo debito pubblico non ce la farà mai
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